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Educarmi alle differenze significa volermi bene.
Significa ascoltare i brontolii di pancia quando incontro l’altr* me, imparando ad andare oltre.
Significa attribuire significanti a significati, dando il giusto spazio alle persone e trovando con loro la giusta distanza, per conoscersi o riconoscersi.
Educarmi alle differenze rappresenta una delle mie più grandi conquiste da conquistare.
E’ un lavoro quotidiano e costante, ci si allena sempre per imparare a decodificare i segnali esterni, traducendoli in messaggi sostenibili.
E per rendere tutto questo concreto è necessario imparare a stare “dentro” gli incontri, anche quelli più scomodi, per coglierne le sfumature e favorire l’esplorazione.
E’ un lavoro coraggioso, implica grande curiosità e un buon dialogo interno con sé stess*.
E’ un lavoro raffinato, ci si sofferma sui dettagli alla continua ricerca di bellezza.
Perché c’è bellezza ovunque, basta allenare lo sguardo e la pelle*.
E la fiducia verso gli incontri che quotidianamente caratterizzano la nostra vita.
Perché si apprende sempre e ogni scenario che attraversiamo può trasformarsi in luoghi di apprendimento.
Gli sguardi poi approfondiscono, le emozioni consolidano, i contatti integrano.
Quante occasioni in ogni incontro, anche in quello meno atteso!
Educarmi alle differenze significa questo e molto altro, scoprirlo è il mio compito, ricordarlo a me stessa, la mia missione.
Cecilia Gioia
*La conduttanza cutanea misura un concetto spesso citato dalla psicologia, chiamato arousal ovvero una attivazione generale che ognuno di noi prova quando si trova di fronte ad una particolare situazione: ad esempio, una minaccia (sensazione di paura) oppure a una festa a sorpresa per il nostro compleanno (sensazione di sorpresa e gioia incontenibile).