Il contatto emotivo nell’evento nascita.

82451052_1507421709408608_9008107013258870784_nDa otto anni ho il privilegio di assistere l’evento nascita in sala parto o in sala operatoria, di celebrare il miracolo del “venire al mondo” attraverso gli strumenti che la mia professione mi ha insegnato, di sostare in silenzio entrando in contatto, mentre tutto si compie.

Da otto anni ho imparato come facilitare questo processo, restando un passo indietro, sintonizzandomi sui non detti e gli sguardi, in un contatto emotivo costante.

Perchè è questo che fa una psicoterapeuta durante l’evento nascita, stabilisce un contatto emotivo, sintonizzandosi empaticamente, cogliendo i bisogni della mamma, del papà e del bambino o bambina che viene al mondo, mantenendo uno sguardo costante sul clima che si instaura in sala parto o in sala operatoria e sugli operatori coinvolti.

La pratica clinica, l’esperienza di saper ascoltare “dentro”, l’esercizio quotidiano di so-stare nei pensieri, anche quelli più scomodi, la sospensione del giudizio, la consapevolezza del valore delle parole, il rispetto dei propri spazi, lo sguardo che mantiene il contatto oculare, e che sa andare oltre, la conoscenza della psiche e delle sue manifestazioni, la capacità di leggere i silenzi, la conoscenza del sistema famiglia in un’ ottica sistemica, l’abilità di entrare in relazione immediata e stabilire un’alleanza, sono alcuni degli strumenti che una psicoterapeuta può mettere a disposizione in sala parto e in sala operatoria.

Ecco perchè, credo fortemente nel valore della psicologia perinatale al servizio delle famiglie e degli operatori coinvolti nell’evento nascita.

Ecco perchè accolgo da otto anni tirocinanti postlauream o specializzande che vogliono avvicinarsi a questa branca della psicologia clinica, permettendo loro di aprirsi a questa possibilità formativa davvero potente, perchè trasforma lo sguardo e la visione della Persona. Imparare ad accogliere la nascita è un potente attivatore di risorse perchè apre canali sensoriali ed emotivi di cui spesso non siamo consapevoli, influenzando poi la nostra pratica clinica nei setting a cui siamo maggiormente abituat*. Accogliere la nascita e assistere al postpartum di una neomamma, ci permette di entrare in contatto con le nostre parti più intime, richiamando in noi emozioni spesso inascoltate, insegnandoci a sostare nel ricordo della nostra nascita e nel nostro pianto primordiale quando siamo venut* al mondo. Potenza di un evento generativo che continua a manifestarsi ogni giorno, sin dalla notte dei tempi e che necessita protezione, rispetto, silenzio e stupore. E ascolto.

Perchè l’evento nascita non è dell’operatore o operatrice che assiste, ma è della mamma, del cucciolo o cucciola e del papà. Compito di noi operatori è continuare a stupirci, promuovendo una nascita rispettata e consapevole, ogni giorno, con uno sguardo attento ai bisogni fisici e psicologici che la nascita richiede.

Cecilia Gioia

 

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