Da mamma a figlia. Da figlia a mamma.

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Non possiamo scegliere nostra madre, non possiamo farlo.

Affermazione dura, quanto reale che sottende un legame in divenire perché frutto di un quotidiano lavoro di conoscenza e accettazione. Perché non scelgo mia madre, ma scelgo di imparare a conoscerla o non conoscerla affatto, idealizzandola.

E’ una relazione profonda quella con nostra madre, la RELAZIONE per eccellenza. Uno scambio amniotico che inizia spesso, inconsapevolmente, e continua, anche dopo la morte.

Ed in quei nove mesi uterini si delinea già un rapporto che proverà ad evolversi nel tempo fatto di sguardi, di mani che sfiorano emozioni, di olfatto ossitocinico, di gusti bianchi di latte e di promesse eterne.

Ricami su una psiche in evoluzione, dove il senso materno spesso si trasforma in una chimera irraggiungibile che frustra animi e aspettative.

Perché anche le nostre madri non ci hanno scelto, pur scegliendo di aprirsi alla vita.

Non hanno potuto scegliere la figlia sognata. Aspettata. Idealizzata.

Ecco perché questo appuntamento al buio necessita di tempo, di silenzioso ascolto, di spazio libero da modelli o pessime imitazioni.

Perchè non ci siamo scelte, ci ha pensato la vita attraverso un legame che supera la genetica e va oltre. Nove mesi di scambi emotivi, nove mesi dove si fa fatica a delineare il tu e l’io, ma è facile perdersi nel NOI.

Un NOI alcune volte ingombrante, fatto di dolorosi distacchi, come quando nasciamo e qualcuno decide di tagliare un canale di trasmissione fisico e nutritivo che proverà, nel corso degli anni, a rigenerarsi, creando cordoni invisibili e scomodi, perché evolutivamente dissonanti.

No, non ci scegliamo affatto.

Ecco perché alcune volte, proviamo a scappare.

Ci allontaniamo giorni, anni mentre le nostre vite scorrono in un noi sbiadito, dai contorni liquidi. Alcune volte poi torniamo. Altre volte invece, è la vita che nuovamente decide per noi.

Non ci scegliamo, ma ci amiamo di un amore eterno, carnale, fatto di sangue e di latte, di vuoto e di pieno, di cuore e di testa, in una costante ambivalenza di un noi che sa di sfida e di promesse.

Non ci conosciamo mai abbastanza ma siamo un NOI.

Comodo, scomodo, irriverente, drammatico, spicciolo, nutriente, debole, sadico, incompreso, fragile, forte, malato, evitante, sicuro, inconsapevolmente solo. Consapevolmente unico.

Cecilia Gioia

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