Nella mente di una psicoterapeuta

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Capita di tornare a casa e di portare su di me le storie raccolte in una giornata di ascolto. Perché di ASCOLTO si tratta, di ascolto “dentro”, per fare spazio all’altr* me che incontro in ogni seduta terapeutica.
Questo è il mio lavoro, amato, odiato, sudato, masticato, indossato quasi come una seconda pelle.
Perché un lavoro così ti scava a fondo e ti “costringe” quotidianamente a “stare” anche quando umanamente vorresti andare via.
Croce e delizia di un’arte antica quanto efficace che regala paesaggi mozzafiato di incommensurabile bellezza.
Pensavo che per fare questo lavoro è necessario esercitarsi all’amore verso l’altro. Ogni giorno. Perché non bastano i tecnicismi e i protocolli, perché la differenza la fa il CUORE.
E si sente, mentre la mia poltrona aspetta la PERSONA che verrà.
Strano lavoro quello della psicoterapeuta, misto di scienza e mistero, dove è necessario so-stare a “pori aperti” per assorbire e restituire, un po’ come i polmoni fanno con l’ossigeno.
Assorbire e restituire in un’osmosi psichica che narra emozioni e vita.
Mentre le ore scorrono e le PERSONE scivolano aderendomi addosso, nei capelli, nella mente e soprattutto nel cuore.
A C C O G L I E R E e lasciare andare come atto d’amore verso l’altr* me, diverso e uguale che sceglie in ogni seduta di incontrarci, confermando la sua fiducia.
Che grande dono che riceviamo ogni giorno! Che atto d’amore prende forma in ogni incontro!
Perché ogni seduta terapeutica è un sigillo di stima e di volontà che la PERSONA ci conferma attraverso la sua scelta in un rapporto che si struttura e si consolida seduta dopo seduta. Mentre le storie scorrono e la sintomatologia svanisce perché finalmente svelata.
Capita con alcune PERSONE di iniziare lo “svezzamento” dalla psicoterapia, un momento importante che necessita di cura e attenzione costante, come si fa con i cuccioli di uomo non più lattanti. L’emozione è tanta ma il legame è forte, come la fiducia nelle risorse ri-scoperte. Ed ecco che la psicoterapia si svela in tutta la sua bellezza, rivelando la sua natura più vera, un atto d’amore e di libertà verso chi ha scelto per un periodo di camminare con noi e che adesso, grazie al suo lavoro, non necessita più della nostra presenza.
DISTACCO, gioia, orgoglio, fiducia, speranza, CONSAPEVOLEZZA, saluti, silenzi, SGUARDI, conferme. LEGAMI.
Cosa c’è nella mente di una psicoterapeuta? C’è tutto questo e altro ancora.
C’è gratitudine per un lavoro che toglie e dà l’occasione più grande del genere umano: imparare a fare spazio all’altr* me, accoglierl*, amarl* per poi lasciarl* andare.

2 pensieri su “Nella mente di una psicoterapeuta

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