Durante la gravidanza al papà è attribuito il ruolo del “fare“, preparare il nido, occuparsi della mamma e dei suoi bisogni e attendere. Con la nascita del bambino può finalmente “sentire“, sintonizzandosi con il suo essere padre e marito. Con la sua presenza costante e silenziosa, sostiene la mamma e il suo bambino in questa nuova avventura, perchè incontri come questi hanno bisogno di rispettoso silenzio e di braccia che avvolgono, perchè consapevoli. Nei primi giorni, dopo la nascita, il papà diventa un filtro capace di gestire le visite “dovute” soprattutto nei primissimi momenti in clinica o in ospedale. E’ importante che la mamma e il papà si siano confrontati su cosa desiderano subito dopo la nascita, una sorta di “piano postpartum” con annessi desideri di entrambi. Nei PerCorsi di Accompagnamento alla Nascita e alla Genitorialità che conduco, propongo alla coppia di “lavorare” sui bisogni e desideri, perché una buona comunicazione è alla base di una nuova famiglia che nasce. Il papà, che conosce i bisogni della mamma, spiegherà questo bisogno di intimità, legittimandolo e proteggendolo, perché riconosciuto nel suo valore. Inoltre, durante il puerperio, moltissimi genitori ricevono quotidianamente “consigli non richiesti“. Anche in questo caso è funzionale vivere i “commenti” gratuiti come tali, perché se i genitori hanno ricevuto le giuste informazioni durante l’attesa, scelgono poi consapevolmente. L’importante è non subire delle scelte perché consigliate, ma riconoscersi come coppia genitoriale le competenze per poter scegliere.
Perché genitori non si nasce, ma si diventa, giorno per giorno.
Cecilia Gioia