Osservo sempre più curiosa i mille modi di essere genitore e mi accorgo che non esiste una regola che va bene per tutte, ma mille innumerevoli sfumature che compongono la genitorialità.
Osservando l’interazione con il proprio bambino ci si accorge del tipo di relazione instaurata e il tipo di accudimento stabilito. E anche in questo caso non esiste il miglior modo possibile, ma tanti modi per prendersi cura del proprio figlio.
In particolare oggi ascoltando due giovani neogenitori, desiderosi di raccontarsi nei piccoli progressi dei loro bimbi, delle prime pappe e tanti piccoli traguardi da raggiungere, notavo la percezione squisitamente soggettiva che ognuno di loro aveva rispetto alle situazioni elencate.
Quale di queste percezioni è la più corretta? Tutte o nessuna, perché ognuna portatrice di una suo essere mamma o papà, di una sua storia, di un suo stile di attaccamento acquisito con la propria figura di accudimento e l’elenco potrebbe continuare per ore.
E alla domanda “Esiste il genitore perfetto?” mi piace rispondere, rimanendo nel qui ed ora, suggerendo di soffermarci sulle differenze individuali, per trasformarle in risorse per crescere, godendo del confronto nutriente. E soprattutto, smettendola di giudicare il nostro essere mamme e papà. I nostri figli sono un dono inestimabile, iniziamo a “sentirci” anche noi un dono per loro, attraverso l’accettazione delle nostre imperfette differenze e vulnerabilità.
In poche parole accogliamoci, per poter accogliere.
Cecilia Gioia