La conosco io, la voce di noi donne.
Ho imparato a ri-conoscerla negli anni, percorrendo una via del femminile, lunga e misteriosa.
Perché la voce delle donne, quando impari a riconoscerla, ti entra dentro.
Fino all’ultima cellula del tuo corpo e dei tuoi ricordi.
Perché l’urlo straziante di una madre che saluta la sua bimba volata in cielo troppo presto, mi percuote dentro e mi risveglia la voce di altre mamme che ho accompagnato nel corso degli anni. E trasforma il mio corpo in una cassa di risonanza che contiene suoni e parole lente, dense di significati che aderiscono sulla pelle e non ti lasciano più.
Riconosco poi la voce delle donne tristi, che si raccontano quasi sfiorandosi, per non farsi male. Conosco i contenuti, i sensi di colpa, le paure, le debolezze, i dubbi, la rabbia e l’incertezza di un oggi vissuto a fatica.
Riecheggiano in me le voci della donne in rinascita. Inizialmente fatte di sussurri, si trasformano in consapevolezze attraverso un tono fiero e deciso, che riconosce i suoi bisogni e autorizza i desideri.
Conosco e amo, le voci sorridenti di noi donne, la nostra risata che accarezza l’anima e fa vibrare ogni singola corda del mio Io che adora perdersi nella bellezza di un sorriso femminile e complice, perché sa.
Contemplo e celebro la voce silenziosa di noi donne, la nostra abilità di stare anche nelle situazioni scomode e respingenti, e trasformarle. Perché la nostra voce è un mistero quotidiano, un’alchimia che si svela quotidianamente a chi ha deciso di sostare e ascoltare con occhi e con il cuore, emozioni liquide di un femminile che si racconta. E con passione ama, senza fermarsi mai.
Cecilia Gioia