Riflettendo, questo quarto diritto racchiude dentro di sé il requisito fondamentale per vivere bene.
Non riconoscere a noi stessi questa possibilità, può renderci poco flessibili e refrattari a un potenziale cambiamento. In fondo cambiare ci fa paura, ci destabilizza e ci rende meno sicuri. Meglio scegliere di cristallizzarci, ancorandoci spesso a idee e opinioni non sempre masticate e digerite, che ci conferiscono la sensazione di essere con gli altri e come gli altri.
Lo ammetto, sono un po’ ruvida, ma amo profondamente le differenze, le considero un valore unico che rende il nostro essere “umani” una piacevole scoperta da coltivare ogni giorno.
Tempo fa, quanto più percepivo le mie idee “stabili” e spesso irreversibili, tanto più sperimentavo una percezione di illusoria sicurezza e controllo verso i miei pensieri e le mie indiscutibili certezze.
Approccio scarsamente funzionale che non ha tenuto conto della variabile “imprevisti”, e che non ha attutito (sic!) lo scontro con una realtà non sempre accondiscendente. Con queste premesse comportamentali, ogni imprevisto su di me ha lasciato un segno.
Ma in fondo cosa rappresenta per noi cambiare opinione? Quando non ci riconosciamo il diritto di cambiare le nostre idee, decidiamo consapevolmente di non crescere. Tutto questo a discapito di uno scarso nutrimento dell’Io, che diventa evitante a qualsiasi confronto con l’altro, occasione per cambiare prospettiva.
Probabilmente il motivo di fondo alla base di questa scarsa flessibilità è dato dalla identificazione delle nostre idee con il nostro Io. Ma udite, udite, noi non siamo le nostre idee e proprio per questo abbiamo il diritto di cambiarle ogni qualvolta ci accorgiamo di sentirle scomode.
Passare da un’opionione all’altra, senza mai perdere l’entusiasmo di cambiare ogni volta prospettiva, ci insegna a vivere la nostra esistenza nel pieno delle nostre possibilità, assumendoci consapevolmente la responsabilità dell’azione.
Riconosciamoci il diritto di scoprire dei limiti nelle nostre idee, assecondiamo la nostra fisiologica, quanto necessaria, predisposizione naturale verso il cambiamento. Non inibiamo la nostra voglia di scoprire nuove prospettive e possibilità, anzi mettiamoci in gioco sor-ridendo delle nostre pseudocertezze. Lasciamoci andare a tutto questo e altro ancora, ricordando il valore del nostro Io, per scoprire i nostri confini e decidere poi, di andare oltre.
Permettiamo a noi stessi di cambiare, è un nostro diritto. Da sempre.
Cecilia Gioia
tratto da http://www.bambinonaturale.it