Un lavoro da raccontare

Strano lavoro quello della psicoterapeuta, riesce ad asciugarti ogni piccola riserva, e riempirti contemporaneamente di significati.

Ti regala le stelle per portarti nelle pieghe più profonde dell’anima e ti chiede di seguirlo sulle montagne russe della psiche affidandoti al tuo Io, per sfiorare luoghi scarsamente illuminati. E poi sa emozionare anche gli animi più resistenti e refrattari, mostrando nuove prospettive e cambiamenti. Strano partner il mio lavoro, un misterioso compagno di avventure con cui confrontarsi quotidianamente accogliendo e riconoscendo piccole e grandi paure.

E questo improbabile tango, iniziato 14 anni fa, scambia ruoli e ritmi, colorandosi di forti accenti di battuta, mentre srotola emozioni e briciole di Se’.

E poi annusa storie.

Le scova nei posti più improbabili, le scruta, le ripulisce dal velo del tempo e dai ricordi, le porta alla luce, facendole ri-nascere nella consapevolezza e nell’accettazione.

E il setting, non sempre tradizionale, si impregna di colori imprevedibili che solo le storie di vita sanno raccontare. Mentre i minuti scorrono e vecchie e nuove immagini si materializzano e scompaiono, io sto e accolgo.

Nel setting si è sempre in molti, spesso troppi, perché richiamati nei racconti, perché sollecitati dai ricordi e dai vissuti personali. Perché è improbabile sedersi in due, e non ritrovarsi già in partenza, in tre. Io, la persona in terapia e il mio lavoro, in una triangolazione buffa e spesso rumorosa, dove è facile vacillare, appoggiandosi.

Ma la pratica clinica insegna, modella, affina movimenti e passi, delinea percorsi e insegna come sfiorare una psiche e sostare nella sofferenza, senza perdersi. E i giorni scorrono, gli anni si accumulano, le storie si riempiono, i ricordi ricordano e le poltrone sorridono.

Perché lo studio dello psicoterapeuta è uno spazio magico, dove avvengono alchimie e scoperte, dove ogni oggetto racconta e svela, dove si custodiscono piccoli e grandi segreti. E’ uno spazio non spazio, perché guida alla scoperta e alla consapevolezza che i muri possono essere abbattuti e che è nutriente andare oltre, per comprendere e comprendersi.

E perché lavora sulla sfida più grande di ogni essere umano, imparare ad accettarsi e a volersi bene. Tutti i giorni.

Cecilia Gioia

Psicoterapeuta per passione.

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Portrait of Stephy Langui – Rene Magritte

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