Io sono mamma di FIGLI, non di grumi di materia.

Conosco personalmente i fondatori di CiaoLapoOnlus, credo fortemente nel loro lavoro e ho creato con loro una convenzione con la mia associazione per sostenere le famiglie del mio territorio. Come psicoterapeuta sostengo le donne in sala parto che mettono al mondo bimbi nati morti, conosco ogni attimo di quei momenti dove i silenzi e la presenza sono gli unici strumenti utili. Come mamma di 3 bimbi meteora ri-conosco il dolore del vuoto, e di un corpo che prima era portatore di vita e improvvisamente si trasforma. E conosco anche quella sensazione lancinante, che toglie il respiro, di una madre che ascolta quelle poche parole che segnano la sua vita di donna e di mamme. “Mi dispiace signora, non c’è battito” ha il potere di trascinarti verso l’abisso, in un luogo di non ritorno perché smetti di vedere la luce e conosci solo il buio della disperazione. Continui a ripetere a te stessa quelle parole, sperando che possano assumere un significato “altro”, ma un’immagine sfacciata del tuo bimbo su un ecografo silenzioso, ti riporta nella tua realtà. Ecco, quel momento, quel trauma, non è condivisibile né comprensibile, ma può essere accolto e rispettato.

Leggere quelle parole, pronunciate dalla Ravera, mi ha fatto male, profondamente. E non soltanto perché a pronunciarle è stata una donna, una possibile madre di figli meteora, una pancia che forse ha accolto una maternità o forse no, ma perché ho percepito nelle sue parole un accanimento su una realtà che probabilmente la signora non conosce veramente.

E quando non si conosce è bene fare silenzio. Perché attraverso il silenzio posso ascoltare e “sentire” tutto il dolore delle madri che rispondono a quelle dure quanto lapidarie parole., perché se sto in silenzio rifletto e uso le parole come strumenti per fare bene, e non per “etichettare” , “giudicare” e “ferire”. E poi il silenzio permette di ascoltarmi e riconoscere anche le mie paure, perché diciamo la verità, la morte di un FIGLIO fa paura e come mamma di 3 figli di cielo e 2 di terra, voglio dirlo.

Perché di FIGLI si tratta, e basta.

Allora mi chiedo, fino a quanto noi donne dobbiamo subire violenze?

Perché la lettura di quelle parole è violenza diretta, gratuita e autorizzata.

Per quanto ancora, dobbiamo sentirci mutilate, ferite, segnate, etichettate nel nostro dolore di mamme?

Ecco, io oggi sono senza risposte, perché la mia storie e le innumerevoli storie di mamme mi risuonano a gran voce, in un silenzio assordante che fa rumore. E questo rumore in  questi giorni ha fatto sentire la sua voce, rimbombando in tutte le parti d’Italia, perché anche in questo momento, mentre scrivo e svuoto il mio sentire, una mamma sta ascoltando quelle maledette parole “Mi dispiace signora, non c’è battito”.

A lei, a tutte noi, alle nostre pance trasformate e alle nostre braccia vuote, al nostro cuore ferito ma capace di andare oltre la morte, solo il silenzio e un abbraccio.

CiaoLapoOnlus e al loro immenso cuore, grazie.

Cecilia Gioia

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