Se ne sente spesso parlare, ed io stessa prima di diventarlo, ho avuto la fortuna di incontrare donne splendide che mi hanno sostenuto nell’allattamento del mio secondogenito, inizialmente partito in salita, ma sostenuto e difeso fortemente per 18 mesi di latte e coccole.
Una “peer counsellor” è una mamma, con un’esperienza positiva di allattamento, che aiuta altre mamme nell’allattamento al seno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce questa figura nella “Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini”, come persona preparata, al pari degli operatori sanitari qualificati e dei consulenti professionali in allattamento, per rafforzare la fiducia della madre nell’allattare, per migliorare i metodi di allattamento e a prevenire o risolvere eventuali problemi.
Concretamente la peer counsellor ascolta, accetta e non giudica, stabilendo con la madre un clima empatico e accogliente. Dopo questa prima fase la consulente accompagna la mamma a prendere la decisione che lei riterrà più funzionale per sé e il suo bambino.
Per favorire questo può essere utile fornire informazioni specifiche sull’allattamento, accogliendo anche le “false credenze” fornite alla madre. Le indicazioni fornite non devono essere ridondanti ma specifiche per quel momento, utilizzando una comunicazione semplice e positiva.
Elemento importante è far leva sulle competenze innate della mamma, stabilendo un clima di fiducia, elemento fondamentale per rafforzare l’autostima, ahimè spesso minata nel postpartum. A questo punto, la mamma sollecitata nelle strategie di problem solving, sceglie. Spesso la scelta della mamma non coincide con la soluzione ritenuta dalla consulente più funzionale, compito della peer counsellor è fare un passo indietro non manifestando la sua frustrazione e sostenendo e accogliendo la decisione della mamma, perché frutto di una sua scelta consapevole.
E’ importante sottolineare che una consulente non giudicherà mai una mamma che ha “ceduto” al latte artificiale, perché il suo obiettivo principale è sostenere la mamma e il bambino, sempre.
Come diventare Peer Counsellor
L’Associazione Culturale MammacheMamme opera nel territorio della provincia di Cosenza per il sostegno delle donne, delle coppie e delle famiglie nel percorso della nascita e della crescita dei figli, con particolare riguardo ai primi anni di vita. Uno dei punti critici di questo percorso della famiglia, per la mancanza di supporti, sia intrafamiliari (famiglie nucleari) sia extrafamigliari (carenza di servizi territoriali), è l’allattamento al seno, pratica fortemente raccomandata e sostenuta dall’O.M.S. L’Associazione si è quindi impegnata fin dall’inizio nel sostegno delle donne che desiderano allattare il proprio bambino, in quanto si ritiene che il contatto con le mamme e le famiglie in questo momento alquanto delicato (di solito nei primi giorni dopo la dimissione dall’ospedale), al di là del valore in sé della pratica dell’allattamento materno, sia anche una buona occasione per instaurare rapporti di solidarietà e di condivisione del bisogno, per prevenire l’isolamento e dare una possibilità di espressione a problemi personali e relazionali. In accordo con il 10° punto del progetto “Ospedale amico del bambino” O.M.S.-U.N.I.C.E.F. che cita testualmente: ”[…] favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dell’allattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo la dimissione dall’ospedale, l’Associazione Culturale MammacheMamme, si propone l’obiettivo di formare delle future consulenti alla pari in allattamento materno. In un anno di Associazione abbiamo già attivato cinque corsi gratuiti per diventare Peer Counsellor per l’allattamento al seno secondo l’OMS-Unicef (20 ore) e formato circa 35 donne e mamme. Per informazioni visitate il sito ww.mammachemamme.org o telefonate al numero 388-3620740.